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Biografia (parte II)
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Biografia (parte I)
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Stile e Tecnica

Le stampe
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Disegni
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Scene di danza
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Biografia (parte I)


Ammesso, nel 1855, alla Scuola nazionale superiore di Belle arti, preferisce frequentare il laboratorio privato di un allievo di Ingres, Louis Lamothe, che lo presenta al maestro. Nel 1853 Degas soggiorna a Napoli, presso i suoi parenti. Ritornerà più volte in Italia tra il 1855 e il 1860, copiando nei musei di Napoli, di Firenze, di Roma, i maestri del Rinascimento. Su richiesta della famiglia di sua zia, Laura Bellelli, eseguirà la sua prima grande composizione, La famiglia Bellelli (Louvre). A Roma incide il suo ritratto e, all'Accademia di Francia, frequenta Léon Bonnat, Gustave Moreau, Auguste Clésinger, Georges Bizet. Malgrado l'esempio di Ingres, ammira Delacroix. Egli aspira infatti a unire nella sua arte il classicismo dell'uno e il romanticismo dell'altro. Le stampe giapponesi poi, da poco rivelate al mondo occidentale, lo incantano per la vivacità della grafia e la libertà dell'impaginazione. A questo periodo (1862-63) risalgono in particolare i ritratti di Ruelle (museo di Lione), cassiere della banca Degas, di Léon Bonnat (museo di Bayonne) e di sua sorella Thérese Degas (Louvre). Regolarmente ammesso al Salon académique, si cimenta nella pittura a soggetto storico tentando di rinnovarla: Esercizi di giovani spartani (1860, National Gallery, Londra), Semiramide (1861). Fa la conoscenza del critico Louis Edmond Duranty (1833-80) e di Manet, frequenta il caffé Guerbois, luogo di ritrovo dei «realisti», accalorandosi a tal punto nelle discussioni da meritarsi, a opera di Manet, l'appellativo «di grande esteta». Intanto, continua a eseguire principalmente ritratti (una cinquantina dal 1865 al 1870), con uno spirito di cui egli stesso precisa il significato: «Ritrarre la gente nel suo atteggiamento familiare e tipico, e soprattutto dare al volto la stessa varietà d'espressione che si dà al corpo». Sostiene inoltre che occorre inserire il modello nel suo ambiente quotidiano, e che è più interessante mostrare l'effetto, e non la fonte, della luce. In questo periodo realizza i suoi primi pastelli. La sua formazione è ora completa. Alcuni ritratti costituiscono vere e proprie scene d'interni. Finita la guerra il pittore realizza, in collaborazione con Manet, alcune tele a Boulogne, nei dintorni di Trouville e di Saint-Valery-sur-Somme. Con All'ippodromo (1869-72 circa, Louvre) si afferma con la massima originalità la sua concezione del paesaggio, che Degas vuole popolato di figure in movimento: fantini e cavalli, colti sul vivo, nei loro movimenti naturali. Ritrae inoltre le ballerine sulla scena, o nei ridotti di teatro, nell'istante più caratteristico della loro attività artistica. Degas proclama che i suoi quadri sono innanzitutto «una combinazione originale di linee e toni». Egli intende realizzare composizioni ben ordinate, simili a quelle di Poussin; geometria e calcolo sottile entrano prepotentemente nelle sue opere, solo in apparenza spontanee. Dotato di una straordinaria memoria visiva, organizza, nel suo studio, il meglio delle sensazioni colte direttamente «davanti al motivo d'ispirazione».

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